IL 2014 A VITERBO: FUORI DALLA CRISI CON UNA ALTERNATIVA AL SETTORE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

 

Roma, 8 gennaio 2014- “E’ chiaro. Nel 2013, la crisi ha colpito anche noi. Ma in provincia di Viterbo vi è stato anche un movimento di energie positivo. A dirlo sono i numeri: in alcuni settori, si cresce. Sia sul piano del fatturato che su quello del numero degli addetti”.
Lo ha detto Angelo Biagini, Presidente del Comitato provinciale di Viterbo della Legacoop Lazio, interrogato sull’andamento del 2013 e sulle prospettive per il 2014.

 

“A livello provinciale, si sta scommettendo sul turismo, sull’ambiente e sulla valorizzazione del territorio. I segni positivi non mancano. Certo è che c’è un problema di fondo: dobbiamo dare un po’ di ossigeno all’economia e bisogna aumentare il potere di acquisto della gente comune. Nei servizi e nel sociale, invece, si continua a riscontrare un taglio alla spesa pubblica- denuncia-. Nel settore del sociale, nella provincia, hanno invece puntato sui servizi legati alla pubblica amministrazione.   Quelle che invece hanno scelto di cimentarsi nei servizi non legati alla PA hanno iniziato ad avere alcuni risultati, seppure con alcune difficoltà”.

 

La strada per il 2014, dunque, sembra essere tracciata. “Stiamo costruendo una cooperativa di infermieri. Si tratta di un servizio non legato all’assistenza pubblica- preannuncia- Attorno al sociale, sul territorio si stanno mobilitando forze e idee interessanti”. Le premesse per iniziare ad uscire dalla crisi nel nuovo anno sono state seminate anche negli altri settori. Biagini ci ha fornito una veloce anteprima del contesto della provincia di Viterbo: “Le cooperative agricole in provincia di Viterbo hanno scelto di specializzarsi sui mercati esteri, promuovendo i loro prodotti anche e soprattutto fuori dai confini nazionali.  Per quanto riguarda quelle agricole, alcune si stanno specializzando sui mercati esteri. C’è poi anche chi sceglie di sperimentare vie non convenzionali nell’artigianato e sta inventando cose particolari”.

 

La cultura delle cooperative, però, è ancora tutta da far conoscere, soprattutto tra i giovani.  “E’ una mia battaglia. Da anni sostengo che la cooperazione e l’impresa debbano essere materia di studio che deve essere introdotta nelle scuole superiori”. I ragazzi, invece, ci racconta “molto spesso non sanno nemmeno che l’impresa può dare  loro delle risposte. E’ un grosso limite, non della nostra provincia ma anche del nostro Paese”.

Studiare a scuola il mondo dell’imprenditoria e quindi anche della cooperazione, significherebbe anche preparare i giovani alle difficoltà. In primis, quelle burocratiche. “La burocrazia diventa una difficoltà quasi insuperabile per i giovani che vogliano aprire una cooperativa. Quando infatti si è all’inizio, ci si rende conto che è una impresa davvero ardua”.
E in merito ai fondi che dovrebbero servire a sostenere le nuove idee di imprenditoria giovanile dice: “Di fondi sulla carta ce ne sono tanti”. Ribadisce, però: “la burocrazia è ancora un ostacolo”.